Le conferenze dell’associazione si svolgono presso la Scuola dei Mercanti annessa alla chiesa della Madonna dell’Orto
Le conferenze dell’associazione si svolgono presso la Scuola dei Mercanti annessa alla chiesa della Madonna dell’Orto
LA SCUOLA DEI MERCANTI
L’edificio si trova in campo Madonna dell’Orto a fianco dell’omonima chiesa.
Nel 1374 un gruppo di “bone persone et boni merchadanti” acquistò il terreno dai frati dell’ordine degli Umiliati che, nove anni prima, avevano iniziato la costruzione della chiesa e dell’annesso monastero. L’intenzione dei confratelli era quella di costruirvi una scuola di devozione sotto il patrocinio di San Cristoforo (santo a cui era dedicata la chiesa e la cui effige si trova sopra i portali di entrambe le costruzioni). Il compenso agli Umiliati fu di due ducati d’oro l’anno da versarsi in perpetuo.
Nel 1377 il Consiglio dei Dieci autorizzò l’istituzione della scuola e si diede inizio all’edificazione del fabbricato inizialmente di un solo piano, come appare nella veduta prospettica di Jacopo de’ Barbari.
La scuola rivestì notevole importanza per le successive costruzioni dell’adiacente chiesa, intervenendo più volte con cospicui finanziamenti. In particolare si ricorda che sborsò i 150 ducati necessari per l’acquisto della statua della Madonna (in seguito chiamata dell’Orto) che darà il nome alla chiesa e che si trova attualmente nella cappella S.Mauro.
Governatore della confraternita era allora tale Giacomo Condulmer della contrada di S.Tomà.
Nel 1420 il sodalizio, costituito essenzialmente da ricchi mercanti, assunse la denominazione di Scuola di S.Maria dell’Orto e di S,Cristoforo.
Nel 1571 un’altra e più antica scuola di mercanti, in seguito a dei contrasti con i frati Minori Conventuali, abbandonò la vecchia sede dei Frari e si fuse con la nostra, dando origine ad una nuova scuola che si chiamerà di S.Maria e S.Cristoforo de’ Mercanti all’Orto.
Fu dato incarico ad Andrea Palladio di progettare un nuovo edificio in sostituzione del vecchio oramai fatiscente.
La costruzione ricalca la tipica struttura delle scuole veneziane con un ampio salone al piano terreno dove otto colonne sorreggono il primo piano diviso tra la sala capitolare, con relativo altare, e la sala dell’albergo (così chiamato perché inizialmente ospitava poveri e pellegrini, ma poi adibito a sala riunioni dei capi della confraternita).
Nel 1736 i confratelli erano circa 200.
Con la soppressione degli ordini religiosi dell’epoca napoleonica si pervenne alla spogliazione dei ricchi arredi pittorici di proprietà della scuola, che annoverava un’ottantina di quadri. Pochi se ne sono salvati, tra i quali alcune opere di Domenico Tintoretto e il capolavoro di Veronese l’Annunciazione, attualmente alle gallerie dell’Accademia.
Da notare l’altorilievo raffigurante la Madonna della Misericordia col Bambino sul petto entro mandorla, venerata dai confratelli della Scuola dei Mercanti tra S.Francesco d’Assisi e S.Marco sopra il portale laterale. Trattasi di un’opera del primo ‘400 qui trasferita dalla Scuola dei Mercanti dei Frari; l’edicola che la racchiude è coeva all’edificio (1576).
Nel secolo scorso al piano terreno della scuola c’era il cinema parrocchiale; la sala disponeva anche di un palcoscenico e vi vennero rappresentate numerose opere teatrali da parte di varie compagnie amatoriali. Il primo piano era stato trasformato in una chiesa, dove si svolgevano le funzioni religiose dei padri Giuseppini che gestiscono quegli ambienti, compreso l’attiguo oratorio, fin dal 1883.
Nel 1963 il salone del piano superiore, una volta sconsacrata la chiesa, venne adibito a palestra per bambini e ragazzi. Qui nacque la prima società di minibasket di Venezia e una delle prime d’Italia. Nel 1993 la Soprintendenza dei Beni Culturali ed Architettonici proibì l’utilizzo della sala per le attività sportive e, da allora, l’ambiente è sostanzialmente inutilizzato. Il piano terreno invece, sgomberato il palco e lo schermo cinematografico, viene utilizzato dalla parrocchia come sala multifunzionale per le varie attività pastorali e di aggregazione.