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VENERDÌ 18 GENNAIO ORE 17.30 Donne veneziane tra settecento e ottocento: Isabella Teotochi Albrizzi

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Ritorna con noi Letizia Lanza, per raccontarci della ricca e varia presenza femminile nei lunghi secoli della Repubblica, a partire dalle lontane origini fino alla caduta del 1797.

Una presenza e una rilevanza che si diffondono capillarmente in tutti i settori e a tutti i livelli della vita sociale, economica, culturale, artistica, etc., sebbene in un contesto di fatto androcentrico e androcratico che esclude le donne – per quanto ricche, potenti, autorevoli come le dogaresse o ducisse, cioè le mogli legittime dei dogi in carica – dalla gestione del potere politico. Di particolare interesse si rivela la figura della salottiera, la salonnière francese, quale per esempio Isabella Teotochi Marin Albrizzi, esempio fulgido di bellezza, ricchezza, capacità seduttiva. Ma non solo…

Femminilità veneziana ai tempi della Serenissima (tra monache e cortigiane)

 

Ricca, variegata, interessante, la presenza muliebre a Venezia nei lunghi secoli di vita della Serenissima Repubblica, a partire dalle lontane origini, sospese tra mito e storia, per giungere agli ultimi bagliori settecenteschi, fino alla caduta del 1797. Una presenza, una incidenza forte e multiforme che, come sempre accade nelle cose umane, si manifesta tra luci e ombre: dalla dura realtà schiavile ai fasti e ai lustri della femminilità istituzionale rappresentata dalle ducisse. Negli strati intermedi si muovono e si esprimono donne di ogni specie, attività, competenza: tra tante, pure le prostitute di vario livello, con al top le cortigiane, e, sul versante opposto, le donne “di fede”, che sacrificano la propria vita all’ombra del chiostro. Ma forse non è proprio così…

 

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