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Femminilità veneziana ai tempi della Serenissima (tra monache e cortigiane)

 

Ricca, variegata, interessante, la presenza muliebre a Venezia nei lunghi secoli di vita della Serenissima Repubblica, a partire dalle lontane origini, sospese tra mito e storia, per giungere agli ultimi bagliori settecenteschi, fino alla caduta del 1797. Una presenza, una incidenza forte e multiforme che, come sempre accade nelle cose umane, si manifesta tra luci e ombre: dalla dura realtà schiavile ai fasti e ai lustri della femminilità istituzionale rappresentata dalle ducisse. Negli strati intermedi si muovono e si esprimono donne di ogni specie, attività, competenza: tra tante, pure le prostitute di vario livello, con al top le cortigiane, e, sul versante opposto, le donne “di fede”, che sacrificano la propria vita all’ombra del chiostro. Ma forse non è proprio così…

 

17 Maggio 2014 Concerto in occasione del gemellaggio

In occasione della cerimonia per il gemellaggio tra la Chiesa S. Cristoforo Vulgo Madonna dell’Orto di Venezia e la Chiesa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria di Dubì (Boemia), sabato 17 maggio 2014 si è svolto presso la Chiesa della Madonna dell’Orto – Venezia – Cannaregio il

CONCERTO DEL COMPLESSO VOCALE E STRUMENTALE
“ANTONIO LOTTI”

Organista Paola Talamini
Andrea Lia Rigotti Soprano
Francesca Poropat Contralto
Bo Schunnesson tenore
Antonio Casagrande Basso

Il 21 ottobre del 1906 venne consacrata a Dubì la Chiesa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria.
Ma chi volle inserire nel paesaggio delle foreste dei monti metalliferi quel gioiello marmoreo, tipico delle architetture del gotico veneziano ?
In realtà tutto è stato ideato da un uomo, che amava Venezia e Tiplice: Carlos Clary-Aldringen. figlio di Elisalex Ficquelmont e del principe Edmund Clary Aldrigen Moritz.
Carlos nacque il 3 aprile 1844 e nel 1855 il padre Edmund decise di acquistare il Palazzo Priuli Bon alla Zattere a Venezia.

Il giovane Carlos trascorse a Venezia gran parte della sua giovinezza, amando molto la città che lo ospitava. Cominciò ad appassionarsi all’architettura e nel corso degli anni collezionò, comprandoli, marmi e manufatti che poi inviava a Tiplice.
Nella sua mente già si stava formando l’idea che riuscì a portare a termine nel 1906, con la consacrazione di quello che, nel corso degli anni era stato il suo progetto principale: la costruzione della Chiesa di Dubì, ad immagine e somiglianza della chiesa veneziana da lui amata e scelta come modello: la Chiesa della Madonna dell’Orto.

A distanza di 108 anni, quel lontano progetto viene ufficializzato, con questo gemellaggio fra la Chiesa della Immacolata Concezione della Vergine Maria di Dubì e la Chiesa della Madonna dell’Orto di Venezia.

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