17 Aprile 2015 Cerimonia conferimento Soci Onorari
Cerimonia conferimento di nomina soci Onorari, 17 aprile 2015.
Cerimonia conferimento di nomina soci Onorari, 17 aprile 2015.
ANGELO TOPAZZINI
Venezia. I Frammenti del Tempo.
Il mutamento continuo e la mancanza di stabilità che caratterizzano il nuovo Millennio, scandito da eventi straordinari e dal ritmo frenetico del quotidiano, rappresentano la dimensione poetico-esistenziale di Angelo Toppazzini, che nella mostra di Venezia, negli spazi prestigiosi del Chiostro Tintorettiano, trova coincidenze e suggestioni particolari.
Le infinite manifestazioni del presente, che troppo velocemente si dissolvono, sembrano potersi stabilizzare sul muro di mattoni e sul cemento, non più materiali indifferenziati ma luoghi capaci di ospitare con continuità e nel tempo la storia dell’uomo. in tutta la sua varietà e verità. Venezia nei suoi muri, nei chiostri, nelle sue calli, nelle opere d’arte,… raccoglie i riflessi della Storia, i frammenti che Angelo Toppazzini registra e conserva come immagini e come visioni, salvandole dalla dimensione liquida del presente.
È di cemento il video che entra incessantemente nelle nostre case; sono di ferro il cellulare e i suoi giochi visivi; le foto e la memoria; i pezzi di lettura che ospitano gli ultimi lacerti del giornale di ieri e della vita di oggi. La materializzazione operata dall’artista, nelle cementificazioni e sulle lastre di ferro arrugginito dal salso, ripropone il desiderio di una pace interiore prima che esteriore.
Quando i linguaggi digitali della multimedialità interrompono la realtà e accelerando la progressiva “perdita dei contorni” influenzano la “perdita di significati e di valori”, l’arte di Toppazzini disvela e solidifica. Attraverso la pittoricità della sua scultura egli registra quelle relazioni nella quali l’uomo di domani potrà ancora riconoscersi come autore e spettatore, vero protagonista consapevole. Immerso poeticamente nella complessità del mondo visivo Angelo Topazzini ricorda il respiro originario di ciascuno, la forza della Storia, il farsi silenzioso della Natura nel susseguirsi ritmico degli anni e delle stagioni. Egli intravede le conseguenze spesso imprevedibili delle scelte di oggi, le possibilità insite nei pensieri, nelle emozioni e nei saperi.
Tutte le relazioni, che intercorrono tra le immagini e la materia, tra la fissità delle calli e la vitalità dell’acqua marina, sono ricondotte all’uomo, restituite al presente del suo tempo in cui è sempre l’assenza che canta, che chiama, che interpella.
Le opere più recenti di Angelo Toppazzini esprimono un nuovo bisogno di pacificazione, di incontro e dialogo.
La sfera, in particolare, simbolo di una sintesi perfetta tra tensione ed equilibrio, ferita e sutura, ha assunto in sé questo compito di rivisitazione e superamento della distruzione, per esprimere una bellezza rinnovata e duratura. Posta nello spazio del Chiostro essa determina una direzione dello sguardo e la circolazione nello spazio. Orienta l’andamento di ciascuno nel luogo espositivo.
La corrente di movimento si fa più fluida e liquida per ricondurre ciascuno là dove l’artista desidera ritornare, nel principio vitale in cui ogni elemento concatenato detta il ritmo, l’interpretazione e il respiro. Il comprendere torna ad essere azione ed assunzione di un punto di vista mobile e soggettivo, condiviso dal “flusso” che pone in atto una comunione.
Angelo Toppazzini, nella cura dell’esposizione che definirei per certi aspetti Installazione, ricrea un legame di contatto che qualifica lo spazio e ripropone in esso il senso dell’armonia vitale. Il nostro sguardo è chiamato alla lettura in forma di canto, seguendo il susseguirsi delle opere come fossero onde, note di partiture musicali che riflettono i frammenti della Storia.
A Venezia più che altrove essa si sedimenta sui muri per narrare ancora, per dire di nuovo, per rivedere un futuro di pace possibile.
Alessandra Santin
In occasione della cerimonia per il gemellaggio tra la Chiesa S. Cristoforo Vulgo Madonna dell’Orto di Venezia e la Chiesa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria di Dubì (Boemia), sabato 17 maggio 2014 si è svolto presso la Chiesa della Madonna dell’Orto – Venezia – Cannaregio il
CONCERTO DEL COMPLESSO VOCALE E STRUMENTALE
“ANTONIO LOTTI”
Organista Paola Talamini
Andrea Lia Rigotti Soprano
Francesca Poropat Contralto
Bo Schunnesson tenore
Antonio Casagrande Basso
Il 21 ottobre del 1906 venne consacrata a Dubì la Chiesa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria.
Ma chi volle inserire nel paesaggio delle foreste dei monti metalliferi quel gioiello marmoreo, tipico delle architetture del gotico veneziano ?
In realtà tutto è stato ideato da un uomo, che amava Venezia e Tiplice: Carlos Clary-Aldringen. figlio di Elisalex Ficquelmont e del principe Edmund Clary Aldrigen Moritz.
Carlos nacque il 3 aprile 1844 e nel 1855 il padre Edmund decise di acquistare il Palazzo Priuli Bon alla Zattere a Venezia.
Il giovane Carlos trascorse a Venezia gran parte della sua giovinezza, amando molto la città che lo ospitava. Cominciò ad appassionarsi all’architettura e nel corso degli anni collezionò, comprandoli, marmi e manufatti che poi inviava a Tiplice.
Nella sua mente già si stava formando l’idea che riuscì a portare a termine nel 1906, con la consacrazione di quello che, nel corso degli anni era stato il suo progetto principale: la costruzione della Chiesa di Dubì, ad immagine e somiglianza della chiesa veneziana da lui amata e scelta come modello: la Chiesa della Madonna dell’Orto.
A distanza di 108 anni, quel lontano progetto viene ufficializzato, con questo gemellaggio fra la Chiesa della Immacolata Concezione della Vergine Maria di Dubì e la Chiesa della Madonna dell’Orto di Venezia.